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Winy Maas direttore di Domus per il 2019. Il Sistema Domus cresce

Passaggio di testimone internazionale a Domus: dopo l’architetto e designer italiano Michele De Lucchi, che ha firmato la rivista nel 2018, sarà l’architetto olandese Winy Maas a curarne i contenuti nel 2019.

Cofondatore del noto studio MVRDV con sede a Rotterdam e a Shanghai, Maas (classe 1959, Schijndel) è un architetto di fama mondiale, profondo teorico urbanista, docente all’Università di Delft dove ha fondato e dirige l’istituto di ricerca The Why Factory e visiting professor in vari atenei del mondo tra i quali il MIT, l’ETH di Zurigo e, dall’anno prossimo, la Columbia University di New York.

Sarà il quarto direttore straniero nella storia dell’iconica rivista di architettura, design e arte fondata nel 1928 da Gio Ponti (gli altri furono François Burkhardt, Deyan Sudjic e Joseph Grima) e il secondo protagonista del progetto Domus 10x10x10: con lui infatti prosegue l’inedita formula editoriale – inaugurata proprio con Michele De Lucchi lo scorso anno – che vede avvicendarsi al timone dei contenuti di Domus, 10 architetti di fama internazionale per 10 numeri ciascuno e un totale di 10 anni. Un viaggio lungo, quanto mai originale e sorprendente, che accompagnerà la rivista al suo centesimo anno di vita.

“Da novant’anni Domus continua, numero dopo numero, a confrontarsi con la mutevole realtà dell’architettura, del design e dell’arte e lo fa in una chiave coerente con la sua storia, mai celebrativa ma sempre critica e interpretativa”, spiega Maria Giovanna Mazzocchi, Presidente di Editoriale Domus.
“Anche per questi motivi, dopo Michele De Lucchi, che ringrazio per la serietà e l’entusiasmo che ha contraddistinto questo anno di intensa collaborazione, la scelta è ricaduta su Winy Maas che in quasi tre decenni di attività svolta in Europa, Asia e America, ha messo a punto una visione particolarissima dell’architettura e dell’urbanistica, che alcuni considerano rivoluzionaria”.

Un aspetto, quello della rivoluzione e del cambiamento in generale, che sta particolarmente a cuore a Winy Maas come lui stesso conferma: “Rivoluzionario? Mi piacerebbe esserlo. O almeno mi piacerebbe contribuire all’idea di rivoluzione. Penso che la rivoluzione sia legata all’evoluzione, a come le cose evolvono e che a un certo punto occorra cambiare il modo di vedere le cose e di comportarsi di conseguenza. Forse, solo questa è la vera rivoluzione. L’architettura ha un ruolo nodale nella società contemporanea, poiché costruisce speranza. È una grande opportunità collettiva, se ben fatta, e comporta essere responsabili verso un’enorme quantità di individui. Responsabilità vuol dire avere una visione, un sogno, essere dialettici”.

Una visione positiva, una sfida al cambiamento e uno stimolo alla responsabilità intellettuale e collettiva che Maas lancia proprio con la direzione dei contenuti di Domus: “Abbiamo bisogno di un’agenda per il cambiamento. Il nostro pianeta è soggetto a drammatici mutamenti climatici che richiedono a tutti noi, politici, progettisti e cittadini, di accelerare l’azione per salvarlo. Ma siamo ancora troppo lenti. Domus sarà questa agenda” annuncia nel suo manifesto d’intenti, pubblicato insieme allo speciale monografico a lui dedicato che accompagna il numero di dicembre della rivista.

La Domus del 2019 sarà dedicata alla città del futuro, una città che nasce dal dialogo e dalla contaminazione di tutte le discipline coinvolte nella vita associata. L’obiettivo della nuova direzione è quello di proporre molteplici quesiti e trovare, contestualmente, molteplici risposte dando voce a tutti coloro che fanno, pensano, progettano, vivono la città. A partire dai più giovani, coloro che saranno gli attori della città del futuro, che Maas ha voluto coinvolgere durante il suo primo incontro da neodirettore realizzando un workshop, sul tema della città e dell’architettura, con i ragazzi della scuola secondaria Manara di Milano.

“Le nostre città possono meravigliarci? Possono essere più responsabili? Più aperte? Più curiose? Coraggiose e sperimentali? Veramente verdi? Bio-diversificate? Umane, sociali, intime, accessibili, libere, eterogenee? Differenti? Possono essere piacevoli, belle, eccitanti? Questo è il mio programma” scrive Maas nel suo manifesto “Migliori materiali, migliori bagni, migliori facciate, migliori case, migliori città e un mondo migliore, che va dalla costruzione di auto di massa ai mattoni, dalle strade alle infrastrutture, includendo nanomateriali e pianificazione su larga scala. Tutto questo creerà la prossima città e Domus lo racconterà.”

Un programma ambizioso all’insegna del bene e del “meglio” di cui Domus sarà portavoce esclusivo confermando la sua naturale predisposizione ad essere punto di riferimento, riflessione, anticipazione e critica internazionale. Innovativo anche l’approccio temporale: i dieci numeri curati da Winy Maas insieme alla redazione - guidata come sempre da Walter Mariotti, direttore editoriale dell’intero sistema Domus e responsabile della continuità e dell’evoluzione del progetto nell’alternanza degli architetti - andranno infatti a formare un unico volume di oltre mille pagine destinato a diventare uno strumento di valutazione e ricerca oltre che un mezzo di illustrazione degli eventi e celebrazione del tempo contemporaneo.

“Quello che faremo grazie a Winy Maas sarà offrire ai lettori di Domus un punto di vista inedito, che fa evolvere l’idea di magazine” spiega Walter Mariotti. “Nel 2019 infatti Domus sarà un unico numero articolato in dieci uscite, che però manterrà la struttura di un unico lungo volume di oltre mille pagine. È questa la formula originale che abbiamo elaborato con Winy perché ci è sembrata particolarmente efficace per rispondere alle domande dell’attualità, che si ripetono lungo tutta la sua ricerca di teorico e progettista, come vedere le cose da un altro punto di vista, prepararsi per il futuro e accogliere l’imprevisto. In questa nuova era di Domus 10x10x10, il giornale così come l’intero sistema multipiattaforma che ha iniziato a ruotargli intorno, si dimostra in continua evoluzione al pari dei magazine globali più innovativi. Articolato e indipendente, capace di cogliere e veicolare gli stimoli più differenti, assolutamente multidisciplinare, come ha mostrato il DomusForum dell’11 ottobre scorso dove l’architettura ha dialogato con l’economia, la sociologia, la politica e la filosofia. Con questi presupposti Domus 19 accelererà la sua dimensione di piattaforma concettuale e di storytelling favorendo la fruizione dell’eccezionale visione dell’architetto Winy Maas e portando in tutto il mondo, grazie alla diffusione della rivista in 89 Paesi esteri, la sua innovativa idea di città del futuro”.
Il primo numero sarà disponibile nelle edicole, nelle migliori librerie specializzate e bookshop museali sia in Italia che all’estero a inizio gennaio 2019.