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Ranuccio Sodi c’era una volta il monoscopio. Epopea e declino della televisione generalista

Esce il 31 maggio il libro di Ranuccio Sodi, fonico, operatore, montatore, poi regista, autore e produttore, un racconto “dal di dentro” della complessa macchina televisiva. “In un tardivo sforzo di riconciliare spezzoni di memorie audiovisive che si stanno estinguendo – dice lo stesso Sodi - ecco un condensato e appassionato racconto dell’epopea paleo-televisiva, utile a riconnettere i frammenti personali per chi l’ha vissuta, o comprendere e inquadrare le fenomenologie per chi non c’era”.

Intrecciando l’incontro con una serie di pionieri (da Vito Molinari ad Antonio Ricci, passando per Antonello Falqui, Angelo Guglielmi, Renzo Villa, Paolo Beldì e altri significativi testimonial, con contributi di Carla Vistarini e Giorgio Simonelli) di quell’epopea a schede tecniche che storicizzano le innovazioni tecnologiche, l’autore argomenta come proprio la tecnologia abbia inizialmente condizionato e poi fornito le potenzialità per lo straordinario sviluppo linguistico e la spettacolare penetrazione popolare della televisione.

Il volume, dal titolo C’era una volta il monoscopio. Epopea e declino della televisione generalista, è edito da emuse (256 pagine).
È arricchito da immagini di repertorio, fotografie scattate dentro e fuori gli studi televisivi, dai ritratti dei protagonisti e dalla prefazione di Tatti Sanguineti.

Nelle vicende narrate, nei volti conosciuti e nelle presenze che hanno plasmato il medium televisivo risulta evidente come la storia della tv nazionalpopolare corra parallela alla storia d’Italia: quasi settant’anni di trasmissioni Rai e oltre quarant’anni di liberalizzazione dell’etere hanno assolto a un ruolo fondante dell’identità nazionale, in particolare di quella linguistica e culturale.

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