Media Key

Media Key intervista: Roberto Scotti, Partner e Direttore Creativo di LoRo

Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria?
La tecnologia è stata fondamentale. Tutta l’agenzia è in smart working, il lavoro prosegue in maniera fluida: riunioni su zoom o teams, telefonate collettive, gruppi su whatsapp divisi per progetti. Abbiamo sempre pensato che il lavoro a distanza potesse essere già il presente, questa situazione negativa ha avuto la capacità di confermarlo per chi la pensa come noi o dimostrarlo ai più dubbiosi.

Quali idee e nuove opportunità di comunicazione state studiando per i vostri clienti?
Il lavoro prosegue normalmente con quasi tutti i nostri clienti, in più stiamo facendo gare: una in corso, un’altra l’abbiamo appena vinta, un nuovo progetto ci è stato assegnata a fine febbraio. In maggio dobbiamo realizzare due shooting, stiamo cercando di capire con quali limitazioni.

L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità?
Alcuni l’hanno fatto, altri no. Per quello che ci riguarda voglio parlare del Teatro alla Scala, che seguiamo da 3 anni, che è stato bloccato da questa pandemia. Cercheremo di capire quale saranno le azioni più opportune da fare al momento giusto. È bellissimo vedere i loro spettacoli in televisione e anche gli artisti esibirsi #lontanimavicini, ma l’emozione che si prova dal vivo non ha paragoni al mondo.

Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clienti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore?
Prima del consumatore bisogna pensare agli esseri umani. Abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo un grandissimo trauma, molti vivranno la tragedia di non avere i soldi a fine mese per fare la spesa. Credo servirà una comunicazione più sobria, serena, onesta. Quando ho davanti un brief spero sempre che ci siano dei fatti che aspettano solo di essere colti e tramutati in creatività per essere valorizzati. Basta aria fritta.

Il motto di tutto il Paese è “andrà tutto bene”, con l’augurio di uscirne più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare la comunicazione?
Incominciamo con #andràtuttobene: ogni volta che lo vedo e lo sento ho la voglia di fare gesti scaramantici… d’incrociare le dita. È un inno alla speranza ma accostato al crescente numero dei morti, alle fosse comuni di NYC, agli ospedali come trincee, ai medici come soldati, alla colonna di mezzi militari di Bergamo, mi ha spesso infastidito.
Per far ripartire l’Italia bisognerebbe avere una classe politica di grande capacità, spessore e lungimiranza; non sono ottimista, quindi continuo con i gesti scaramantici nella speranza che #andràtuttobene.
La comunicazione? In questo periodo c’è stata una marmellata di spot pieni di retorica con parole tutte uguali (grazie, forza, uniti, ripartiremo, insieme, e ancora grazie) tanto da far fatica a capire chi stava parlando. Non ho una ricetta per la ripartenza, penso che dovremo agire con più attenzione, meno di pancia, ma con più testa e cuore. Così eviteremo errori come #milanononsiferma.