Media Key

Media Key intervista: Massimiliano Gusmeo, CEO di True Company

Come vi siete organizzati per portare avanti il vostro lavoro in questa emergenza sanitaria?
Eravamo già pronti e organizzati, solo che non avevamo ancora testato il sistema in maniera così massiva: ogni membro del team di True Company ha un computer portatile e chi ha avuto bisogno di una postazione fissa, ha potuto recuperarla in ufficio visto che abbiamo iniziato la fase di home working già dal 24 febbraio, quando ancora non c’era nessun tipo di obbligo di fermo lavorativo. Inoltre, tutta la documentazione, i lavori e i materiali si trovano su un sistema cloud condiviso già da diverso tempo, quindi chiunque di noi può facilmente accedervi da remoto. Anche le presentazioni sono create su cloud e per mantenerci in contatto usiamo sistemi di video call strutturate. Ciò ha fatto sì che non abbiamo riscontrato alcun down a livello tecnologico, amministrazione compresa – solitamente l’area più analogica – che è stata già da tempo digitalizzata.

Quali idee e nuove opportunità di comunicazione state studiando per i vostri clienti?
Molti clienti si sono rivolti a noi per avere la nostra opinione e consulenza su come affrontare la crisi e abbiamo proposto loro diverse attivazioni. In alcuni casi abbiamo rimodulato i messaggi per meglio adeguare la comunicazione al momento storico.
Stiamo anche studiando idee per tenere il morale alto della nostra truppa perché alla lunga non potersi vedere e poter parlare vis-à-vis è frustrante. Per esempio, pochi giorni fa, abbiamo inviato a casa di ogni collaboratore un “kit aperitivo” e condividere insieme un momento di svago, sempre in video call.

L’emergenza attuale ha spinto le aziende a un cambiamento nelle strategie media e a rimodulare i budget in pubblicità?
Se poc'anzi ho parlato dei messaggi che vengono adeguati, anche se in forma lieve, anche i budget evidentemente non possono subire che una contrazione. È chiaro che le aziende stanno iniziando a soffrire, alcune sono dovute ricorrere alla cassa integrazione, e di conseguenza anche il budget dedicato alla comunicazione ha subito dei tagli.
I media inevitabilmente si stanno spostando sempre più sul digitale – e come potrebbe essere altrimenti, visto che non possiamo uscire di casa – anche se è curioso come nel 2019 True Company abbia realizzato pochissime campagne stampa sui quotidiani, mentre in piena emergenza ne abbia realizzate parecchie e non è una questione di costi.

Certamente quando questa emergenza sarà passata le abitudini e gli stili di vita cambieranno. Quale sarà la vostra proposta per valorizzare la comunicazione delle aziende/clienti per essere sempre più vicini alle esigenze del consumatore?
Io non sono così sicuro che gli stili di vita cambieranno, certamente questa esperienza ci permetterà di gestire meglio alcuni aspetti della vita che prima magari faticavamo a digerire, come strutturare in maniera permanente alcuni giorni in home working per le mamme e i neo papà oppure per evitare che le persone passino la maggior parte del loro tempo nel traffico ecc.
In generale, però, la storia ci racconta come l’uomo dimentica in fretta e ciò che manca tanto in questo periodo tornerà ad essere poco considerato. Per questo, anche la comunicazione, a mio avviso, avrà degli affinamenti, ma non cambierà radicalmente: i consumatori torneranno a volere quello che desideravano prima e i brand torneranno ad affinare il proprio modo di comunicare proprio come facevano nel periodo antecedente la crisi.

Il motto di tutto il Paese è “andrà tutto bene”, con l’augurio di uscirne più forti di prima. Qual è il vostro suggerimento per far ripartire l’Italia e rilanciare la comunicazione?
È arrivato il momento di smetterla, finalmente, di auto denigrare il proprio paese, di considerarci degli individualisti che non sono in grado di lavorare per lo sviluppo della propria nazione, è arrivato il momento di smetterla di considerare la comunicazione degli altri Paesi superiore alla nostra.
Quello che sta succedendo ci sta portando una nuova consapevolezza: è un vero rinascimento per rilanciare l’orgoglio di essere italiani e allora se gli italiani vogliono far ripartire il Paese più forte di prima, scegliamo il Made in Italy. In particolare, faccio un appello alle aziende che si affidano a agenzie straniere per fare comunicazione: scegliete agenzie italiane e possibilmente indipendenti, guidate da imprenditori che ci mettono il cuore.