Media Key

Una “Winechain” per certificare il vino pugliese BPPB è la prima banca a investire in blockchain con la tecnologia di EZ Lab qualità garantita

Per la prima volta una banca investe nella tecnologia blockchain, offrendo alle aziende clienti una soluzione per garantire tracciabilità e qualità delle produzioni. Si chiama “BPPB Winechain” il progetto messo in atto dalla Banca Popolare di Puglia e Basilicata grazie alle tecnologie e alle competenze dell’impresa innovativa padovana EZ Lab. L’istituto di credito con base ad Altamura (Bari) ha applicato il progetto per la prima volta pratica nella certificazione dei vini prodotti dall’azienda vitivinicola Cantine Due Palme di Cellino San Marco (Brindisi) che conta più di mille soci conferitori. Sono tracciati la provenienza delle materie prime, la qualità e tutti i passaggi inerenti alla filiera di produzione e distribuzione del vino, valorizzando in questo modo uno dei prodotti di punta del Made in Italy. Coinvolte in particolare due etichette: Montecoco e Selvarossa (salice salentino).

«È un grande piacere mettere a disposizione delle aziende del territorio pugliese e lucano le nostre competenze in ambito blockchain, tecnologia che siamo tra i primi ad aver applicato con successo all’economia reale, con una particolare specializzazione nel settore agrifood – afferma Massimo Morbiato, Ceo e fondatore di EZ Lab –. L’accordo con BPPB ci permette di avviare per la prima volta una collaborazione con il mondo del credito per sostenere insieme le produzioni tipiche del Made in Italy e garantire la fiducia dei consumatori nei confronti delle tante aziende del settore».

Grazie all’utilizzo della piattaforma AgriOpenData, di cui EZ Lab è proprietaria, la bottiglia si presenta con una etichetta intelligente: il consumatore dovrà semplicemente disporre di un lettore QR Code sul proprio smartphone e inquadrare il codice presente sull’etichetta del prodotto con la fotocamera. Si atterrerà su una pagina in cui poter scorrere tutte le fasi che hanno portato il prodotto nell’enoteca o sul tavolo di un ristorante: dal campo in cui è stato coltivato, dai vitigni di provenienza, alle attività agricole che hanno poi portato l’uva verso la trasformazione e l’imbottigliamento. Grazie a questo racconto il cliente potrà conoscere caratteristiche, odori e sentori di quel vino e scoprire i migliori accostamenti con il cibo. Inoltre il QR Code è anche un eccezionale strumento di marketing territoriale perché a fianco delle informazioni sulla filiera è possibile segnalare attrazioni turistiche e strutture ricettive come ristoranti e hotel presenti nell’area dove si produce il vino.

EZ Lab, fondata a Padova nel 2014, garantisce tracciabilità e anticontraffazione nell’agrifood, e ora punta a nuovi settori di applicazione blockchain come energy, real estate e sanità, avviando la tracciabilità dei kit diagnostici Covid-19. Per rafforzarsi e crescere ancora in vista di nuovi obiettivi, EZ Lab ha lanciato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Mamacrowd. La campagna, partita il 18 febbraio, è ancora in corso e ha superato l’obiettivo di raccolta di 500 mila euro con oltre 230 investitori che hanno creduto nel progetto. Per maggiori informazioni sulla campagna di equity crowdfunding: https://mamacrowd.com/projects/259/ezlab

La blockchain – letteralmente «catena di blocchi» - è un grande registro digitale, una banca dati condivisa a cui si possono aggiungere dati e a cui tutti possono accedere, ma che non è modificabile e la cui sicurezza è garantita da crittografia. Grazie ad essa, nel settore agrifood, è possibile effettuare operazioni sicure e automatiche lungo l’intera filiera produttiva, permettendo di aumentare la produzione di qualità, migliorando la sostenibilità ambientale e garantendo trasparenza e sicurezza al consumatore finale.