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FOOD WRITING: L’AI POTRÀ SOSTITUIRE IL FATTORE UMANO?

A queste domande rispondono Maria Pia Favaretto e Mariagrazia Villa nel loro volume “Food & Wine Marketing 4.0 Reloaded: Mettiamo a tavola il futuro. Insieme” (Dario Flaccovio Editore, collana Webbook). Il testo prende in considerazione la costante evoluzione del settore agroalimentare, posto davanti a nuove sfide e alle molteplici opportunità offerte dalla digitalizzazione e offre un percorso completo per comprendere e padroneggiare le dinamiche della comunicazione digitale nel mondo del cibo e del vino.

Attraverso una combinazione di teoria e pratica e un approccio transdisciplinare, questo testo offre un'analisi approfondita delle nuove professioni ibride richieste dal mercato, dai community manager ai digital advertiser, e illustra come queste figure possano contribuire al successo delle aziende del settore.

Ricco di casi studio di brand rinomati e consigli pratici, questo libro è una risorsa per chiunque voglia avere successo nel settore agroalimentare nel mondo digitale di oggi.

Cos’è il food writing? L’AI potrà sostituirla?
Tra i vari argomenti affrontati nel volume, si parla del food writing.
La locuzione va utilizzata al femminile perché indica una forma di scrittura. Poi, è di tipo sia funzionale che professionale, in quanto attività dotata di una sua funzione pratica, e non solo estetica, che avviene in riferimento a una professione che è quella del food writer, traducibile in italiano come “scrittore gastronomico” e, in senso più esteso, “scrittore enogastronomico”.
Infine, ma non per importanza, la food writing ha come focus il cibo e tutte le bevande che possono accompagnare un pasto: dal vino alle bibite, dal tè al caffè.
Di tutti i generi di scrittura, quella dedicata al Food & Beverage è la più sensoriale e, grazie a questa caratteristica, anche la più evocativa e ricca di suggestioni emotive. «Ciò che la differenzia dalle altre forme di scrittura specialistica sono proprio questi due aspetti: i sensi e il piacere; le emozioni e il ricordo».
La food writing si focalizza sui cinque sensi e, dunque, racconta la gioia che questi sono in grado di donare attraverso l’esperienza enogastronomica. La felicità sensoriale del cibo, proprio una festa di gusto, vista, olfatto, tatto e anche udito, si prova a 360 gradi: non solo nel momento in cui si mangia, ma anche durante la preparazione del pasto e la sua condivisione, in particolare se si ha la fortuna di avere accanto persone con cui ci si trova bene.
Le percezioni sensoriali non danno solo piacere, sono anche ami che pescano nella coscienza affettiva e nella memoria delle persone. È la cosiddetta “sindrome di Proust” o “effetto Proust”.
Le due caratteristiche precipue della food writing, la capacità di parlare ai sensi del lettore, da un lato, e quella di evocargli ricordi, dall’altro, ci portano a svolgere alcune considerazioni su uno strumento che, oggi, deve appartenere alla cassetta degli attrezzi di qualunque food writer: i sistemi di intelligenza artificiale di tipo generativo, basati su modelli linguistici a larga scala (LLM, Large Language Models).
L’AI non è sufficiente per il food writing. Per scrivere nel settore del Food & Beverage, serve tutta la nostra esperienza di esseri umani capaci di vivere avventure sensoriali, di custodire una storia personale e familiare e di sentire il cuore che sobbalza, le farfalle nello stomaco e le gambe che tremano. Fino a quando le IA non diventeranno come noi (e passare dai bit ai globuli bianchi e rossi mi pare un percorso piuttosto lungo e dall’esito ancora incerto), noi restiamo il “dispositivo” principe di una buona scrittura enogastronomica e possiamo utilizzare queste nuove tecnologie solo come uno strumento in più per moltiplicare le nostre potenzialità creative.

Gli argomenti trattati nel volume
- Sostenibilità agroalimentare e conscious eating
- Cultura delle eccellenze enogastronomiche italiane
- Responsabilità sociale d'impresa per creare valore
- La strategia di comunicazione omnichannel
- Costruire il piano di comunicazione
- Brand journalism e narrazione aziendale
- Neuromarketing per il Food & Beverage
- Turismo enogastronomico e identità territoriale
- Marketing management per l'impresa
- Influencer marketing e food industry
- Digital storytelling: una metodologia per raccontare brand, identità e territorio
- Digital advertising: strumenti e valutazioni
- Food writing: mettere a tavola le parole
- Sound design per cibo e bevande
- Aspetti legali della comunicazione commerciale

Contributori
- Mariano Diotto
- Paolo Tegoni
- Slawka G. Scarso
- Francesco Sordi
- Gaia Dall’Oglio
- Matteo Adamoli
- Nicola Ferrari
- Stefano Luca
- Carolina Brunazzetto

Le autrici
Maria Pia Favaretto. Professionista della comunicazione da oltre tre decenni, ha ideato innumerevoli campagne per aziende internazionali. Dirige il Diploma/Master Food & Wine 4.0 ed è docente di Communication Strategy & Media Planning ai corsi di laurea magistrale di IUSVE. È autrice del libro La strategia di comunicazione nell’era postdigitale (2020) e di molti saggi sulla comunicazione d’impresa.

Mariagrazia Villa. Giornalista, ha collaborato per anni, come food writer, con il Gruppo Barilla. È docente di Etica dei media allo IUSVE e di Giornalismo enogastronomico all’Università di Parma, e insegna al Diploma/Master Food & Wine 4.0 di IUSVE. In ambito food, ha scritto 38 libri per Academia Barilla, le Guide dei Musei del Cibo della provincia di Parma, il volume Professione food writer (2018).

Il volume
Food & Wine Marketing 4.0 Reloaded - Mettiamo a tavola il futuro. Insieme
Dario Flaccovio Editore
Seconda edizione