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Al via il progetto di advocacy per una rappresentazione più autentica “Color carne non è solo un colore”

Di che colore è il color carne? Una domanda semplice, apparentemente innocua, a cui tutti sanno rispondere. È un beige, rosa, “simile al colore della carne umana” lo dice persino il vocabolario. Già il colore della carne umana… solo rosa? Comincia così il sito della campagna di advocacy “Color Carne”, al via il 22.2.22, che vuole richiamare l’attenzione sui temi riguardanti il colore della pelle e il rispetto delle differenze di ognuno.  Autrici del progetto sono la strategist Giuditta Rossi, nera e la storyteller Cristina Maurelli, bianca. Lavorano insieme per Bold Stories su progetti corporate, e un giorno per caso si ritrovano a parlare di colori. È qui che, con sorpresa, entrambe realizzano, per la prima volta, l’assurdità del termine e decidono di fare qualcosa coinvolgendo colleghi e amici.

La campagna vuole “cambiare colore al color carne” (anche “nudo” e “naturale” non sono certo una soluzione) e prevede la condivisione di card con originali immagini e grafica, disponibili su colorcarne.it  Sul sito, oltre a un “colorimetro” con i colori dell’umanità, sono segnalati, per ispirarsi e approfondire, anche case study e tool che mostrano come questa tematica venga affrontata nel mondo, in diversi settori: dall’editoria, ai prodotti, ai progetti artistici.

L’idea di color carne uguale “rosa”, presuppone, spesso inconsciamente, che la pelle di una persona bianca sia la norma. Color Carne vuole essere la dimostrazione di come concetti che sembrano inoffensivi, in particolare nel linguaggio e nelle rappresentazioni visive, possano invece nascondere bias, pregiudizi e discriminazioni, e come basti “poco” per svelarli e cambiare punto di vista. È un invito a sfidare lo standard, a farsi delle domande e, se quello standard non ci corrisponde più, ad agire per il cambiamento.

“In questo caso parliamo di discriminazione sul colore della pelle” dice Giuditta Rossi “ma lo stesso vale per tutte le categorie sotto rappresentate. Color Carne può diventare il punto di incontro per chi vuole costruire una società in cui la diversità venga valorizzata e in cui ogni persona sia in grado di riconoscersi.”

“Il nostro progetto diventa l’occasione per immaginare un modo diverso e di pensare, parlare, agire e anche di fare business.” aggiunge Cristina Maurelli “I bias, proprio per la loro natura culturale possono riguardare tutti, è importante non colpevolizzare, ma prendere coscienza e fare la scelta di cambiare.”

Di fronte a temi come questi, spesso si tende a sminuire il problema o a considerarlo trascurabile. Invece è proprio modificando queste false certezze che si possono cambiare le cose.

La campagna intende amplificare l’argomento anche in Italia, sensibilizzando non solo le persone, ma invitando gli editori e i brand a fare un piccolo ma significativo passo, cambiando il loro vocabolario, e magari pensando a nuovi prodotti inclusivi.

Color Carne è un progetto di advocacy a cura di Bold Stories.