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Ferma il mal di schiena con un click

Mal di schiena? Un nuovo sito (www.curaerniadiscale.it) aiuta i pazienti a inquadrare il problema navigando tra diverse sezioni (cos’è l’ernia, qual è l’anatomia della colonna, la sintomatologia connessa alla patologia) e scoprire le terapie ideate e applicabili. Indubbiamente il mal di schiena è una patologia democratica: colpisce tutti, donne e uomini, persone che lavorano per diverse ore in piedi, così come soggetti sedentari. Molti, guardando ai dati di diffusione della lombalgia, non hanno esitato ad etichettarlo come una vera e propria epidemia. Nel mondo infatti sono 540 milioni le persone che possono dire di aver sofferto o tutt’ora convivere con il doloroso mal di schiena.

Risultati recenti denunciano che questa patologia, in particolare il dolore lombare, ha avuto un incremento a livello globale del 54% negli ultimi 25 anni: ad oggi, in Europa, è la causa più comune riportata sui certificati medici per malattia e il motivo per cui molte persone vanno in pensione anticipatamente. Uno spaccato che si replica anche nel nostro Paese (e non solo): se in Italia quasi un lavoratore su tre (circa il 30%) resta a casa a causa di tale disturbo, non è molto differente la situazione negli Stati Uniti dove si calcola un costo annuale per le assenze dal lavoro pari a 38-50 miliardi di dollari. Sempre negli USA, ammontano a 28,6 i giorni di assenza ogni 100 lavoratori, nel Regno Unito ci attestiamo sui 32,6, in Svezia a 36.

Alla luce di questi numeri, non può sorprendere che quasi ciascuno di noi, almeno una volta nella vita, abbia sofferto di mal di schiena. Chi è più fortunato ha dovuto tollerare i dolori lombari per pochi giorni (al più qualche settimana), chi invece convive con questa patologia nella sua versione cronica spesso sopporta la sintomatologia per lunghi periodi, andando incontro ad una condizione invalidante.

Proprio per fronteggiare i dolori tipici del mal di schiena sono numerosi i trattamenti proposti e spaziano da quelli più conservativi, passando a quelli mininvasivi fino alle procedure chirurgiche.

Nel novero dei trattamenti mininvasivi rientra anche l’utilizzo del discogel, un dispositivo medico sviluppato in Francia dal Professore Jacques Theron e composto di etanolo gelificato, derivato di cellulosa, tungsteno. Questo gel viene iniettato all’interno del nucleo polposo e grazie alla composizione della stessa cellulosa quest’ultima reagisce con l’acqua contenuta nel nucleo polposo trasformandosi istantaneamente in ovatta. È poi questo “cotone” che incorpora al suo interno l’etanolo in gel.

L’adozione di tale tecnica percutanea vanta una serie di vantaggi tra cui un elevato grado di controllo, non solo del sito di impianto ma anche della quantità di gel iniettato, spiccata mininvasività, piena sicurezza della procedura cui si abbinano efficacia e affidabilità.

Per saperne di più non resta che navigare su www.curaerniadiscale.it!