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Come si fa personal branding nel 2020? Da domani in libreria “Dimmi chi sei”, il nuovo libro di Riccardo Scandellari

Da domani arriva in tutte le librerie DIMMI CHI SEI, il nuovo libro di RICCARDO SCANDELLARI edito da ROI Edizioni. Tra i blogger di marketing più seguiti sul web, RICCARDO SCANDELLARI è autore di successo e consulente aziendale in tema di personal branding e marketing digitale.
Pur vivendo nell’epoca delle risposte, dove non ci si pone più domande ma si cercano direttamente improbabili soluzioni (su Youtube c’è una risposta a tutto, “come diventare ricchi”, “come limitare gli attacchi di ansia” o “cosa mangiare per cena”), il marketing si fonda su una semplice domanda: “Dimmi chi sei”. Un quesito che bisogna rivolgere prima a se stessi, per mettere a fuoco la propria identità, e poi al pubblico che si vuole ottenere.

In un mondo in cui il marketing e la comunicazione online è fatta sempre più da “urlatori” che adottano strategie aggressive, SCANDELLARI ricorda che il modo più efficace di fare branding (personal e non) è quello di mettere bene a fuoco chi siamo, cosa offriamo e quali sono i punti di forza che ci rendono naturalmente unici. Solo offrendo a un potenziale cliente qualcosa che abbia per lui realmente valore e costruendo una relazione basata su onestà, reputazione e fiducia, possiamo essere efficaci. “Dimmi chi sei” è la domanda chiave che permette di entrare in contatto con la propria audience e che permetterà di sviluppare una narrazione che parli del proprio pubblico.

Secondo l’autore, sono 4 i modelli strategici con cui ottenere rilevanza e opportunità lavorative. Sono strategie basate sul tempo, sulla motivazione e sull’investimento personale:

1) ESSERE TROVATO (2/4 ore al mese)
È l’attività meno impegnativa dal punto di vista contenutistico e rappresenta la base di qualsiasi professionista. Puoi partire con un profilo LinkedIn per arrivare ad avere un sito con il tuo nome e tutte le informazioni che ti riguardano. L’importante è che tu ti faccia trovare agevolmente dove ti cercano, in base al tuo settore.

2) PROPORTI A UN DETERMINATO PUBBLICO (30 minuti al giorno)
Oltre a essere trovato, puoi facilitare l’ottenimento di attenzione creando occasioni per essere visto: per esempio la condivisione di contenuti di altri, oppure piccoli post in cui racconti una tua esperienza o quello che pensi di un determinato argomento professionale. L’errore più comune consiste nel cercare like più che ottenere credibilità dal punto di vista lavorativo, rendendo inutile o addirittura deleteria la propria comunicazione.     

3) GENERARE ASPETTATIVE (1/2 ore al giorno)
Si tratta di pubblicare tutorial o articoli in cui aiuti il mercato a formarsi, rendi consapevoli le persone e le aziende e tenti di elargire soluzioni ai più comuni problemi. Di fatto, facendo questo, chi ti nota non potrà fare a meno di ritenerti un professionista capace, in grado di risolvere una sua criticità.

4) ESSERE UN OPINION LEADER (4/8 ore al giorno)
Per essere un punto di riferimento del proprio settore, l’impegno dedicato ai contenuti, alla cura di contatti e relazioni, alla auto-formazione e alla sperimentazione occuperà gran parte della giornata. Si tratta di generare e distribuire in modo molto serrato video, post, libri e motivi di attrazione rivolti a un grande pubblico. In pratica si tratta di diventare un professionista esposto mediaticamente che punta a vivere di corsi, eventi e editoria professionale.
“Cercare una soluzione esterna o pagare per un’improbabile risposta” afferma SCANDELLARI nel libro,“è emotivamente più semplice: ti toglie dalla responsabilità di non esserti fatto le domande che avrebbero messo in discussione te e le tue scelte di vita. Costituisce una meravigliosa scusa alla quale imputare il tuo insuccesso. Le domande servono a lavorare su te stesso e a farti cambiare idea, oltre a essere la più alta manifestazione di intelligenza. Se non sei disponibile a cambiare te stesso, il tempo che impieghi nel cercare le risposte è tempo perso”.