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La quinta edizione di Radiocompass dal titolo “La Radio c’è”, e si fa in tre

Lo scorso 15 Aprile, in occasione del primo appuntamento di Radiocompass “La Radio Rende”, abbiamo analizzato l’efficacia delle campagne radiofoniche e il passaggio del mezzo a piattaforma. Questa mattina, invece, si è tenuto il secondo appuntamento dal titolo “La Radio Costruisce” che ha avuto il compito di illustrare, attraverso il medesimo format della sessione precedente, come il mezzo sia in grado di lavorare efficacemente lungo tutto il funnel di acquisto agendo in termini di awareness ed equity di marca.

Ad aprire la giornata è stato Roberto Binaghi, Chairman e CEO Mindshare Italia, che ha introdotto il tema di come la radio aggiunga valore nel funnel di acquisto dei consumatori e come il mezzo sia un formidabile brand builder. Nell’arco della giornata, inoltre, si è parlato anche di creatività per la quale gli ascoltatori dimostrano di essere reattivi, dove si può e si deve osare di più.

“Il passaggio da elettrodomestico a piattaforma ha elevato la Radio al ruolo di brand-builder al pari dei mezzi più noti e pianificati” spiega Binaghi “i dati a supporto segnano un’importante evoluzione del mezzo Radio ma dimostrano anche quanto la creatività rivesta un ruolo centrale nella comunicazione.”

Sul palco sono intervenute anche Federica Setti, Chief Research Officer GroupM, e Alice Porrati, Head of Business Consulting GroupM che, come nello scorso appuntamento, hanno illustrato sia teoricamente che attraverso esempi concreti quanto preannunciato da Binaghi.

La Radio riesce, quindi, a creare valore per la marca su tutto il funnel di comunicazione e il mezzo è in grado di spingere, partendo dalla conoscenza del prodotto (anche per la prima volta), alla prova o all’acquisto, ma anche al consiglio e al passaparola.

E se questi sono i dati teorici da dichiarato, anche i dati delle ricerche raccolti dal gruppo Business Consulting GroupM guidato da Porrati confermano che la Radio è in grado di lavorare sull’Awareness in particolare sugli indicatori spontanei.

Ma evidentemente questo non basta. Il mezzo, grazie al rapporto privilegiato con il suo pubblico, riesce a lavorare anche su tutti gli altri step del funnel, sia dal lato del messaggio, che risulta chiaro e impattante, sia nei confronti della marca pubblicizzata, con aumento della qualità percepita e attivazione del passaparola. “Sono dati sicuramente rilevanti” spiega Alice Porrati “che posizionano il mezzo Radio come una piattaforma efficace”.

Ma la Radio è in grado anche di lavorare sulla Brand Preference, innescando un processo virtuoso nel suo pubblico e nelle scelte di acquisto che compie:

“Per quasi tutti i clienti di 15 diverse categorie di prodotto (ad esempio acquirenti di Auto, di Largo Consumo, di prodotti di Lusso e Servizi e così via) la radio riesce a indirizzare l’interesse e la preferenza verso una marca rispetto alle offerte concorrenti” spiega Federica Setti.

E gli effetti dell’efficacia non tardano a mostrarsi. Se analizziamo una campagna del largo consumo vediamo che, oltre a generare una risposta positiva sulla marca pubblicizzata, è stata in grado anche di creare un effetto halo su altri prodotti del gruppo che, a sua volta, ne hanno beneficiato indirettamente.

Ma se il pubblico radiofonico ha dimostrato di essere particolarmente ricettivo e reattivo agli stimoli del mezzo, come si pone nei confronti della pubblicità in termini di gradimento e valutazione?

Attualmente il ruolo principale della pubblicità radiofonica è INFORMATIVO – e questo vale per una grande maggioranza degli ascoltatori come per una generazione di giovani adulti tra cui la Gen X. A seguire, le persone pensano che l’adv debba spingere la call to action, e portare a un’azione ancora più sentita tra i Millennial, pur rimandando sempre ad approfondimenti specifici.

E che la creatività abbia un ruolo importante nella comunicazione radiofonica lo dimostra una campagna in cui, cambiando il copy, si sono raggiunti risultati decisamente migliori sia in termini di efficacia che di efficienza.

Ma non è solo questo. Infatti si può cominciare a pensare di affiancare ai territori tradizionali, nuovi contesti di comunicazione volti all’intrattenimento, al relax e all’evasione. “Lo spazio c’è, le persone considerano la radio un vero e proprio companion media dal quale aspettarsi una forma di comunicazione più calda e vicina e non esclusivamente di servizio” continua Federica Setti

È dunque giunto il tempo di evolvere anche questo aspetto del mezzo, seguendo le tendenze emergenti dei consumatori, che si attendono a linguaggi non sempre considerati nelle campagne radiofoniche.

Chiude infatti su questa chart Federica Setti “Le basi restano legate ai linguaggi tipici del mezzo: è centrale la costruzione di una narrativa fatta di linguaggi ironici e divertenti, ma sembra non essere più sufficiente perché la buona memorabilità comincia a passare attraverso il racconto di emozioni forti e linguaggi ricercati. Abbiamo dimostrato ancora una volta sul campo come la radio sia in grado di creare valore, ponendosi come partner della marca, valorizzando il messaggio, la percezione e la propensione verso il brand e i suoi prodotti. Non solo, oltre ad avere riconosciuto la forza della piattaforma radiofonica nei diversi step del funnel, abbiamo anche identificato quale ruolo dare alla pubblicità in radio, nei suoi diversi contesti di fruizione e quale tone of voice utilizzare”.

Questa immagine riassume quanto visto fino ad ora. Roberto Binaghi, a chiusura dei lavori, si è collegato con cinque creativi che hanno approfondito come la creatività giochi un ruolo importante sia per il mezzo che per il suo pubblico.

Al panel creativo hanno partecipato:
• Rosy Mary Apone - Creative Director presso VMLY&R Italy
• Josè Bagnarelli - Titolare e regista di Eccetera Produzioni Audio
• Davide Boscacci - Executive Creative Director presso Publicis
• Paolo Monesi - Founder & CEO SPOT.RADIO (Gruppo xG Publishing)
• Francesco Taddeucci - Creative Director and Partner presso SuperHumans

Le cinque testimonianze hanno ribadito come la creatività radiofonica si presti ad essere interpretata in modi efficaci ed artistici facendo leva anche sulle caratteristiche dell’audio, musica compresa, e avendo il coraggio di non aggiungere troppe parole per spiegare i concetti. La creatività radiofonica è rapida nella sua realizzazione e consente ai creativi di essere liberi di interpretare il messaggio in modo che questo possa essere efficace, adattandolo al mood dell’emittente. In questo le concessionarie radio possono essere dei partner formidabili.

“Abbiamo dimostrato ancora una volta sul campo come la Radio sia in grado di creare valore, ponendosi come partner della marca valorizzando il messaggio, la percezione e la propensione verso il brand e i suoi prodotti”, spiega Binaghi e aggiunge: “Non solo, oltre ad aver riconosciuto la forza della piattaforma radiofonica nei diversi step del funnel, abbiamo anche identificato quale ruolo dare alla pubblicità in radio, nei suoi diversi contesti di fruizione e quale tone of voice utilizzare”.