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#iocisono il nuovo numero di Vanity Fair dedicato a chi sta lottando in prima linea contro il coronavirus

Dopo aver pubblicato un numero speciale dedicato a Milano e all’Italia, distribuito gratuitamente nelle edicole della Lombardia, Vanity Fair conferma il suo impegno nel voler trasmettere un messaggio di speranza, di forza, di coraggio e soprattutto di gratitudine nei confronti di chi sta combattendo questa lotta globale in prima linea in Italia contro il virus Covid-19.

È proprio dedicato a medici, infermieri, farmacisti, operai, impiegati, volontari e lavoratori coinvolti nella lotta il nuovo numero del settimanale diretto da Simone Marchetti, in edicola dal 25 marzo per due settimane, il cui intero ricavato delle vendite in edicola sarà devoluto all’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, uno dei più in difficoltà in questo momento.

“Bergamo e i suoi ospedali si sono trovati loro malgrado al centro di un terremoto sanitario senza precedenti. La prova a cui tutto il territorio è sottoposto è durissima, e i presìdi sanitari sono la nostra prima linea. Medici e infermieri stanno facendo l’impossibile. Dobbiamo dare loro tutto il supporto possibile. Servono uomini e mezzi per affrontare una necessità di cure superiore alle attuali possibilità, pure moltiplicate dall’inizio dell’emergenza. Grazie dunque a Vanity Fair e al Gruppo Condé Nast per essersi messi al nostro fianco, con la forza dei propri canali di comunicazione e con una generosità che fa loro onore" commenta Giorgio Gori, sindaco di Bergamo.

In copertina del numero c’è Caterina Conti, pneumologa di 39 anni, una Dottoressa dell’Ospedale di Bergamo, impegnata nella struttura che più di tutte, ad oggi, ha raggiunto il limite dei ricoveri in terapia intensiva.

E se nel numero precedente si strillava in copertina #IoSonoMilano, (hashtag che su Instagram da Milano è arrivato in tutta Italia per poi rimbalzare in tutto il mondo in un coro universale di voci, famose e non, ripostato anche da grandi personalità internazionali), la nuova cover recita #IOCISONO, un messaggio di presenza e di impegno civile e umano che diventa esempio eroico.

"Ma non chiamate eroi questi medici, infermieri, lavoratori e volontari perché loro stessi non vogliono essere definiti così. Sono professionisti con un senso del dovere incredibile, lavoratori all'estremo delle forze e delle possibilità. Per noi, diventano il riflesso di un'Italia forte e piena di speranza, Paese da sempre in grado di superare i momenti più difficili. Le loro storie e le loro imprese, tutte narrate in questo numero, diventano un romanzo umano che ci accompagnerà per sempre, non solo nei giorni di questa emergenza" così Simone Marchetti, direttore di Vanity Fair.

Nel numero sono raccontate le battaglie quotidiane di coloro che sono alle prese con un’emergenza senza precedenti. Tra le tante storie di coraggio, c’è quella di una famiglia di farmacisti di Salerno che continua a lavorare per la comunità nonostante la figlia sia stata contagiata; quella di una cassiera e di un edicolante a contatto tutti i giorni con il pubblico; quella di un dipendente di una fabbrica che produce beni di prima necessità; quella di una volontaria che nelle Marche porta i farmaci a casa agli immunodepressi; e quella di un medico di base della provincia di Brescia che racconta la difficoltà di questo momento.

Un'edizione speciale che raccoglie storie di successi, di dedizione e di forza, come quella del Professor Tiberio, che ha riconvertito un reparto di rianimazione dell’ospedale di Padova, o di Patrizia Barbieri, sindaco di Piacenza, con la testimonianza dalla quarantena di una donna che non molla, e della solidarietà dimostrata dalle trattorie e dagli chef che cucinano gratuitamente per i medici.

Oltre alle interviste a Gennaro Arma, Comandante della Diamond Princess appena rientrato in Italia, encomiato per la coraggiosa quarantena sulla nave ormeggiata a Yokohama, e a Daniela Trabattoni, cardiologa del Monzino, il numero contiene le testimonianze di Chiara Gamberale, di Cesare Cremonini, di Daria Bignardi, e un racconto scritto per Vanity Fair dallo scrittore Eshkol Nevo sulla situazione del mondo ai tempi del Covid-19.