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GittoBattaglia22 e The Big Mama nel collettivo di Survivors19, un progetto che denuncia la considerazione dell’età quale criterio per determinare la parità di accesso all’assistenza sanitaria

Nasce il dibattito etico riguardante le decisioni mediche prese fino a questo momento in situazioni critiche, in un quadro che è essenzialmente sanitario e politico. Ma la portata di un dibattito che riguarda la vita di milioni di esseri umani non può limitarsi a questi due ambiti. Questa è la premessa da cui nasce Survivors 19, un progetto indipendente guidato da un collettivo di artisti e creativi, che vuole dare voce al più grande gruppo di vittime di questa crisi: gli anziani, e che mira a far emergere il dibattito e l’analisi critica delle decisioni che sono state prese, e che continuano ad essere prese durante questa crisi sanitaria, a livello globale.

Giuseppe Villani, imprenditore di Modena di 76 anni; Jorge Mijangos, ingegnere in pensione di Madrid di 80 anni; Young Joo Hwang, pensionata di 97 anni di Cheongdo in Corea del Sud; Dulce Ferris, volontaria 84enne in gruppi sanitari di Pouso Alegre in Brasile e William "Bill" Kelly, pompiere in pensione e veterano della seconda guerra mondiale del 95 e residente nella contea di Yamhill Oregon, sono i protagonisti di questo progetto.

Per mezzo di loro e delle loro storie di sopravvivenza, il progetto si articola in una rivendicazione del diritto alla salute e alla vita, a favore di quello che viene definito “il gruppo più vulnerabile” in questa crisi, formato dalle persone di età superiore ai 70 anni, che formano l'88% delle oltre 257.000 vittime di coronavirus che si sono registrate ad oggi in tutto il mondo, secondo i dati di China CDC e dell’ Instituto Superiore della Sanità.

Una rivendicazione apolitica, areligiosa che si basa sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, a cui hanno aderito anche molte voci critiche nei confronti della gestione della crisi, tra cui Kornfeld-Matte, un esperto delle Nazioni Unite sui diritti degli anziani, che, in un messaggio firmato da oltre cinquanta osservatori delle Nazioni Unite, ha criticato il fatto che nei paesi con sistemi sanitari sopraffatti da alti livelli di contagio, le procedure di triage per decidere chi avesse diritto a ricevere il trattamento nelle unità di terapia intensiva, dessero spesso precedenza ai giovani.

Un progetto artistico per dare vita ad un dibattito sociale
“Più di 30 persone e aziende del mondo della creatività e della comunicazione hanno unito le loro forze per trasformare questo progetto in una realtà, mossi dalla necessità morale di offrire un aiuto mediante ciò che meglio sappiamo fare: comunicare”, commenta Eva Santos, creativa e parte del collettivo che ha sviluppato l’iniziativa composta da creativi, artisti e professionisti del mondo della comunicazione. “Settimane fa abbiamo deciso che questa storia aveva bisogno di essere raccontata e che era adesso il momento di farlo, non tra qualche mese, perché forse ora c’è ancora tempo per generare un dibattito globale e contribuire a salvare vite umane”, spiega Santos.

Il lavoro di ricerca per raccontare queste storie reali, provenienti da diversi luoghi del mondo, è stato sviluppato grazie alla collaborazione di professionisti dei media e della comunicazione, nel rispetto delle leggi di contenimento dei paesi coinvolti.

“In questa ricerca ci siamo imbattuti in molte storie sorprendenti, alcune molto commoventi e altre molto dolorose, ma sopratutto quello che abbiamo trovato è stato l’enorme bisogno di questo collettivo di essere ascoltato e di sentire di non essere soli in questa situazione”; commentano Vicky Gitto e Mauricio Rocha, creativi e membri del collettivo.

Il manifesto del progetto è accompagnato da un sito web – www.survivors19.org – che diventa una petizione per la rivendicazione della parità di accesso all’assistenza sanitaria basata sul principio della dignità intrinseca, come stabilito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. “L’obiettivo di questa petizione è quello di consultare i sentimenti della società in diversi paesi del mondo su questo argomento. Se il sostegno alla denuncia è vasto, sarà la prova tangibile che la questione merita di essere portata alle autorità competenti e ci assumeremo l’impegno formale di farlo”, dice Santos.

Il dibattito deontologico sulle decisioni mediche in situazioni critiche è complesso e ha tanti fattori. Con questa iniziativa puntiamo a concentrare la discussione non solo sulle misure adottate durante l’emergenza Covid-19, ma anche sull’importanza di analizzare come siamo arrivati al punto in cui tali misure debbano essere prese. Come evitare che questo accada di nuovo e l’importanza di non permettere all’eccezionale di diventare normalità.

Questo progetto è dedicato a tutte le vittime di Covid-19 e alle loro famiglie.

Video on YouTube https://youtu.be/Ye_3l6HsC-8
Website https://survivors19.org/